martedì 14 dicembre 2010

Consideriamo la fiducia




Oggi, è finalmente il giorno della resa dei conti, la tanto attesa votazione sulla fiducia al governo svelerà agli italiani gli scenari futuri.
Dopo la vacanza, le indecisioni i giochi di palazzo e la campagna acquisti del premier ci verrà data una risposta. Una risposta che non cambierà le cose per chi lotta da anni contro una vita precaria, una risposta che comunque vada sarà un successo.
Si, un successo, non per il popolo ma per i poltronari che non ne vogliono sapere di perdere il posto, per tutti quelli che non devono sudare per portare i soldi a casa, per quelli che restano comodi a guardare con stipendi strabilianti ed una pensione assicurata in pochi anni di lavoro.
Gli altri, invece, i comuni mortali devono lavorare una vita intera, fino ad ottanta, con quaranta di contributi e non è detto che matureranno alcuna pensione, perché per molti di loro non ci sarà che una pensione minima.

Se il governo dovesse ottenere la fiducia non avrà i numeri per governare e si galleggerà ancora per molto in questo stato di immobilità apparente dove a pagarne le conseguenze è il popolo. A Berlusconi andrà meglio, riuscirà a mantenere a colpi di fiducia uno stato di immunità che è l'unica cosa che in fondo gli sta a cuore. Tutti gli altri parlamentari manterranno il loro posto, continueranno a sputare sentenze nei talk show televisivi, gireranno nelle loro auto blu, voleranno gratis e si spartiranno gli appalti.
Fini ed i suoi uomini avranno il tempo di fare opposizione moderata e rosicchiare uomini e voti a chi si sta lentamente stancando della politica a senso unico del Pdl.
La lega continuerà a crescere in consensi, facendo credere alla gente di essere quel partito popolare che lotta per la Padania, mentre qui a Roma tesse sempre di più la ragnatela del potere.
Il Pd continuerà il suo lento declino non lasciando spazio a volti nuovi e dipendendo da vecchi e generali senza idee ne mordente.

Se il governo dovesse cadere Berlusconi sarebbe in guai seri, dovrebbe sfoderare tutto il suo charme ed il potere mediatico per farsi rieleggere e difendere l'impero che ha costruito negli anni dal tracollo.
Molti parlamentari non raggiungerebbero la pensione e gli toccherebbe sperare di essere rieletti a breve con nuove alleanze improbabili.
Il Pd probabilmente si smembrerebbe sotto il peso dei colpi di Vendola tanto amato dalla gente, di Pietro con il suo esercito di moralisti e giustizialisti ed i grillini.
Fini potrebbe riuscire a creare un polo forte di centro con Casini e Rutelli oppure finirebbe da solo confinato sotto la soglia di sbarramento del quattro per cento.
La lega ne uscirebbe vincitrice da un nuovo confronto elettorale avvicinandosi ad essere il primo partito in Italia e potendo dettare legge sul futuro del governo.
Per il popolo come al solito non ci sarebbero che lacrime, bisognerebbe pagare nuove elezioni, nuovi stipendi agli eletti, rimborsi ai partiti per ogni legislatura portata o meno a termine e senza un sistema di voto con le preferenze non si potrebbero nemmeno scegliere gli intermediari di basso rango che dovrebbero colloquiare dal basso con i governanti.

Comunque vada questo voto di fiducia, saranno i soliti a pagarne le conseguenze, i soliti su cui si ripercuoteranno tagli, spese e la politica scellerata di palazzo che da anni mette le mani nelle tasche dei cittadini.

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